Da quando ho iniziato progetto TriathlonPassione.com, uno degli aspetti principali del mio programma è stato quello di offrire consigli e suggerimenti ad atleti amatoriali, a questo si sono poi aggiunte le richieste di coaching.
Proponendomi sul web ad un pubblico molto vasto e quindi con esperienze, livello ed età molto differenti tra loro, mi sarei aspettato di incontrare degli atleti che, oltre alle indicazioni tecniche, avessero bisogno di essere spinti e presi per mano, invece molto spesso è stato tutto il contrario!
Gli atleti amatoriali, non hanno una mentalità molto diversa da quella dei professionisti o dei giovani atleti a tempo pieno: pronti a fare praticamente qualsiasi sacrificio pur di riuscire nella loro impresa o di raggiungere il loro obiettivo.
Sono (siamo) quasi tutti impegnati in lavori o carriere stressanti che devono conciliare con gli impegni famigliari. Ciononostante, sono determinati a perseguire i loro obiettivi : pensavo di essere l’unico pazzo che si complicava la vita ed invece ho scoperto di essere in ottima compagnia J
Per noi, la passione per il triathlon non è una complicazione, sono sicuro che questo è ciò che pensano la maggior parte degli atleti che seguo, tuttavia c'è un fenomeno che riscontro spesso.
Il senso di colpa del mancato allenamento
Spesso gli atleti che seguo, quando devono saltare un allenamento a causa di un impegno lavorativo o altro motivo, si fanno pervadere dall'ansia, dal senso di colpa, e questo per me è un vero cruccio.
E' come se avessero perso qualcosa di veramente importante, e questo influisce negativamente sul loro stato d’animo, destabilizza la loro settimana e soprattutto, a lungo termine minaccia il loro allenamento futuro.
Non fare la fine del Tirannosauro
Ciò che è fondamentale capire è che : la costanza è importantissima, ma anche la capacità di adattarsi è cruciale.
Il T-Rex era senza dubbio il dinosauro più "atletico" di tutti. Eppure non ha saputo adattarsi ai cambiamenti dell'ambiente, e si è estinto.
Come succede nel mondo animale, solo le specie in grado di adattare i propri comportamenti alla situazione esterna riescono a sopravvivere, lo stesso vale per te, triatleta immerso in un modo pieno di impegni e stress.
Anche i migliori allenatori per professionisti (e mi riferisco a quelli che hanno portato su podio mondiale ed olimpico diversi triatleti) non hanno nessuna difficoltà a modificare completamente una sessione di allenamento se notano che il loro atleta è particolarmente stanco (fisicamente o mentalmente) in un determinato giorno.
Quindi la frustrazione mostrata dai triatleti amatoriali per qualcosa che è in continuo cambiamento anche per i professionisti è qualcosa che mi lascia molto perplesso.
Questo atteggiamento non solo danneggia la loro ricerca della performance, ma accorcia anche il tempo che passeranno come appassionati di triathlon; ho come l’impressione che questo atteggiamento diventa sempre più endemico a mano a mano che si sale nelle graduatorie.
Gli aspetti negativi di tale comportamento sono assai maggiori di quelli positivi ed è necessario avere una visione più ampia dello sport e della vita: questo è uno dei pilastri del mio metodo di allenamento .
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E' il momento di farsi qualche domanda
Ti riconosci anche tu in questa descrizione del triatleta amatoriale?
Sei diventato schiavo del tuo programma ? Saltare un allenamento a causa di un impegno di lavoro (per il quale tra l’altro sei pagato) ti causa una mini depressione? E' probabile vederti alle 5 del mattino a correre per recuperare l’allenamento perso la sera prima perché stavi concludendo un affare?
Se hai risposto si ad una di queste domande, allora ho un consiglio per te:
Per avere successo devi adattarti e lavorare con le circostanze nelle quali ti trovi, non devi combatterle !
Perché se le stai combattendo, è una battaglia già persa, vinceranno loro e un giorno ti ritroverai con un gruppo di persone a parlare di triathlon e dirai “ah si, lo praticavo anch’io una volta” anziché essere ancora lì a goderti questo magnifico sport.
Fammi sapere cosa ne pensi e come vivi il "senso di colpa".