Il triathlon e gli sport di resistenza o endurance sono in generale molto orientati all’ottenimento di precisi obiettivi, e di conseguenza attirano persone molto determinate, motivate dal perseguire un obiettivo o dall’intraprendere una nuova sfida.
Leggiamo spesso circa l’importanza di fissarsi delle mete e di avere obiettivi, ma qualche volta abbiamo bisogno di fare un passo indietro rispetto alla “destinazione” e osservare se ci stiamo veramente godendo il “viaggio” per raggiungerla.
Capita spesso di vedere degli atleti (in particolare i professionisti) che una volta raggiunto l’obiettivo dei loro sogni al culmine di anni di duro lavoro, si svegliano il giorno seguente sentendosi persi e vuoti, una sensazione strana come se qualche cosa d‘incredibile fosse dovuta succedere o come se qualcosa che ha rappresentato tutto per loro se ne fosse andato ed è difficile affrontare tale perdita.
Siamo tutti troppo orientati al risultato.
Nella cultura moderna siamo forzati in questa direzione sin dalla più giovane età, dalla scuola materna all’università e poi nel mondo del lavoro, in continua ricerca di un lavoro migliore o una posizione più importante.
Non ci sorprenda dunque che nell’ambito sportivo, ci focalizziamo subito sull’obiettivo finale e sul risultato, cominciamo subito a pensare ai sacrifici necessari per raggiungere l’obiettivo e li giustifichiamo senza rendercene conto, perché a questo siamo stati abituati.
Ma allora non devi porti obiettivi ambiziosi ?
Non è questo il punto.
Il triathlon può rappresentare un viaggio straordinario, si fanno esperienze straordinarie e si stringono spesso tante amicizie con chi condivide la nostra passione.
La maggior parte delle gare di questo sport hanno luogo in posti ideali per trascorrere le vacanze una volta che la gara è stata completata!
Non sto dicendo di non avere obiettivi anche ambizioni, anzi, ma credo che sia necessario a volte fare un passo indietro rispetto all’obiettivo di breve termine e pensare al “viaggio” che ci attende e a come godercelo porta a risultati più soddisfacenti.
Un ottimo momento per cominciare a godersi il viaggio è proprio adesso che la stagione agonistica è passata e che ci troviamo nella pausa invernale.
A fine stagione mi piace spingere i miei atleti a riflettere sull’anno passato e non solamente in termini di obiettivi raggiunti, ma anche in termini di gioie e soddisfazioni ottenute durante il percorso che ha portato all’obiettivo.
Mi piace verificare se si sono divertiti durante gli allenamenti, se la loro famiglia e i loro amici hanno giocato un ruolo importante durante la preparazione. Guardandosi indietro, non dovremmo ricordarci in primis solo dei sacrifici fatti, del tempo trascorso senza famiglia o amici, ma piuttosto dei momenti gioiosi e delle esperienze godute ogni giorno.
Il triathlon come una vacanza ?
Credo che troppi atleti, ripensando alla stagione passata, si ricordino soprattutto dei risultati e non di molto altro, non hanno avuto una gran vita sociale, si sono persi le attività dei bambini un po’ troppo spesso e hanno passato decisamente troppo poco tempo con il partner.
Il triathlon è uno stile di vita e richiede molto tempo e di dedizione, se guardiamo al quadro completo quando pianifichiamo un programma di allenamento e le gare dell’anno possiamo massimizzare il tempo con la famiglia e le attività extra-triathlon.
Le vacanze famigliari sono una di quelle cose che possono essere sacrificate quando si decide di partecipare ad un Ironman, le gare sono generalmente durante i mesi estivi e tempo di allenamento aggiuntivo e lo stress che si verifica nelle ultime settimane prima dell’evento possono avere un impatto importante su famiglia e amici.
Mi piace dire ai miei atleti di pensare alle gare come l’inizio di una vacanza, portate la famiglia con voi e cercate di fare la gare durante i primi giorni, poi prendetevi un po’ di tempo per godervi la vacanza senza dover pensare all’allenamento o allo sport.
Pianificare in questo modo, farà sentire la famiglia più coinvolta nella vostra attività e nei vostri obiettivi e otterrete senza dubbio maggior supporto.
Se avete figli in età scolare allora credo che possa essere una buona idea prendere in considerazione le gare che si tengono prima delle vacanze estive o almeno 8 settimane dopo la fine delle vacanze estive, in modo da lasciarvi più tempo libero da trascorrere con la famiglia durante le vacanze scolastiche.
Questo tipo di riflessioni e di pianificazione vi permetterà di avere un miglior equilibrio nella vostra vita e vi consentiranno di ridurre lo stress inutile, se famiglia e amici non hanno l’impressione di perdervi a causa del triathlon saranno più felici e non vedranno i vostri allenamenti come tempo rubato loro.
Uno dei ricordi più belli delle mie gare Ironman non è tanto la schiera di atleti superperfomanti che erano i miei concorrenti, ma i visi sorridenti e gioiosi del pubblico di amici e parenti che faceva loro il tifo e che veniva ad abbracciarli e correre con loro al traguardo.
Se guardate la fine di una gara Ironman avrete la percezione di un viaggio che termina, le emozioni sono forti e guardando atleti e supporter potrete scorgere il viaggio che li ha portati li e non solo l’entusiasmo del giorno stesso.
Alla fine, non sarà il risultato ciò di cui ci ricorderemo di più, ma l'intero viaggio.
Famiglia e amici sicuramente si ricorderanno molto meglio di quanto eravate felici tagliando il traguardo e della vostra espressione piuttosto che del tempo impiegato per raggiungerlo; si ricorderanno del viaggio per raggiungere la destinazione.
Quindi il mio consiglio è di coinvolgere il più possibile le persone a voi care e fare in modo che sia un divertimento per tutti !
E tu come vivi il Triathlon ? Lascia il tuo commento qui se vuoi condividere la tua esperienza.