Quando ho scritto il manuale Triathlon Efficace, ho cercato di trasmettere soprattutto una filosofia, un approccio di allenamento e preparazione.
Ho ricevuto in questi mesi molti feedback da parte dei lettori del libro, con tanti complimenti (grazie) e qualche appunto su aspetti che potevano essere migliorati.
E’ sempre importante per me ricevere questi feedback, in modo da poter migliorare il prodotto ed i servizi che offro.
C’è però una “critica” che alcuni amici mi hanno fatto su cui voglio fare chiarezza.
Alcuni clienti del libro, mi hanno “rimproverato” il fatto di non aver messo più tabelle o allenamenti.
Volevano scoprire qual è “l’allenamento miracoloso” che utilizzo per migliorare le performance dei miei atleti.
Qualche lettore mi ha chiesto di fornire indicazioni più precise sul numero di ripetute, i battiti da raggiungere, la velocità da mantenere, etc.
Mi sembra quindi doveroso spiegare perché non ho messo più tabelle e perché non intendo metterne neanche in futuro.
Il mio approccio
In tutto quello che faccio, cerco di strutturare le cose in modo da enfatizzare la flessibilità e la costanza.
Anche nel gruppo Obiettivo 70.3, che pur presenta due piani di allenamento mensili standard cerco di sollecitare i membri a darmi dettagli sui loro bisogni, sulle loro performance, sulle loro impressioni, in modo da poter dare i consigli e i suggerimenti giusti per aggiungere FLESSIBILITA e COSTANZA alla programmazione standard.
Il triathlon è uno sport aerobico per natura e come per chi pratica maratone o qualsiasi altra disciplina che si protrae per più di 1 ora, i dati statistici sono più un “gadget” che non dei veri indicatori di performance.
Il giorno della gara, la capacità di leggere numeri e dati è di gran lunga meno importante che la costanza e la propria percezione dello sforzo.
Una domanda che spesso mi rivolgono gli atleti all’inizio di un percorso assieme è : “a che velocità devo fare le ripetute?” oppure “che frequenza cardiaca devo mantenere durante le ripetute?”
La mia risposta è : NON LO SO, MA SOPRATTUTTO NON MI INTERESSA!
Seguo da decenni il lavoro di molti coach e condivido con alcuni (rarissimi) , tra cui il grande Arthur Lydiard o il famoso Coach di triathlon Brett Sutton, il fatto che è il singolo atleta a dover imparare cosa è abbastanza e a quale velocità fare un allenamento, se veramente vuole raggiungere il suo potenziale.
E’ per questa ragione che i miei programmi di allenamento si basano sui livelli di sforzo: facile, moderato, intenso, a tutta, etc..
Questo presuppone che l’atleta sia in grado di riconoscere quando sta correndo a tutta o quando sta facendo ripetute in vasca a livello moderato.
Qualcuno potrebbe pensare che si tratta di un approccio grossolano e poco sofisticato e che sono più precisi quelli che usano cardio-frequenzimetri, contapedalate, misuratori di potenza e altri gadgets
Steve Jobs diceva : “ Semplice è più difficile che complesso”.
I prodotti Apple, ispirati da Jobs, battono la concorrenza per la loro performance, ma soprattutto per la loro grande semplicità d’utilizzo e design essenziale, dietro alla quale c’è un lavoro difficilissimo e maniacale per eliminare il superfluo. Nel caso degli allenamenti, l’approccio deve essere esattamente uguale: Bisogna lasciare fuori qualsiasi sforzo inutile, e non distrarsi da inutili gadgets o protocolli complessi quanto inefficaci.
Il mio approccio è molto più personalizzato e più flessibile delle normali tabelle di triathlon.
Più personalizzato perché non ci sono due persone identiche che possano fare esattamente lo stesso numero di ripetute alla stessa velocità allo stesso momento e trarne gli stessi benefici.
Più flessibile, perché ci sono giorni in cui una stessa persona si sentirà più stanca (o più pimpante) del solito a causa di eventi esterni (stress, mancanza di sonno, indisposizione, etc.) e allora a parità di sforzo non raggiungerà le stesse soglie del solito.
Ma oltre alla personalizzazione e flessibilità, cosa è fondamentale per un buon piano di allenamento?
La costanza!
Non è il singolo allenamento che provoca un risultato miracoloso, ma la somma di diversi giorni, settimane e mesi di stimoli simili e costanti.
Per questo serve saper ascoltare il proprio fisico ed imparare ad ottimizzare i tempi di recupero.
Senza recupero vero, arrivano le malattie e le lesioni, e la costanza vieni interrotta. Dopo un paio di settimane di stop forzato, si deve ripartire molto gradualmente prima di tornare a livelli precedenti.
Così i risultati tardano ad arrivare o non arrivano proprio.
Insomma, mi dispiace deludervi, ma ve lo devo dire chiaramente:
NON ESISTONO GLI ALLENAMENTI MIRACOLOSI NE’ LE SCORCIATOIE!
I risultati arrivano soltanto dalla costanza nel mettere in pratica gli allenamenti corretti.
Perseveranza, determinazione, disciplina, coraggio e sudore fanno il resto.
Sono valori basici e di “vecchia scuola”, certamente, ma sono gli unici che producono i “veri campioni!”
Tu cosa ne pensi ?
Buoni allenamenti !
José